Il Viet Nam fu occupato dai giapponesi nel 1941; dopo la guerra i Francesi ripresero possesso della loro ex-colonia ma dovettero fronteggiare una forte resistenza. Sconfitti a Dien Bien Phu, lasciarono la regione, il cui futuro fu definito dagli Accordi di Ginevra del 1954. Questi prevedevano la momentanea divisione del Viet Nam in due parti nelle quali entro il 1956 si sarebbero dovute tenere elezioni generali in vista di un paese unito, indipendente e neutrale.
Nel 1956 il presidente del Sud Viet Nam, Ngo Dinh Diem, appoggiato dagli USA, rifiutò le elezioni. Anche in Nord Viet Nam fu proclamata da Ho Chi Minh la Repubblica Democratica con capitale Hanoi.
Nel Sud si sviluppò la guerriglia, appoggiata dal Nord, alla quale aderirono anche numerosi movimenti buddisti. Diem fu deposto da un colpo di stato di militari che intensificarono la lotta alla guerriglia ottenendo sempre maggiore assistenza militare dagli USA.
Nel 1964 (quando già i militari statunitensi presenti in Viet Nam erano oltre 200.000), l’aviazione americana cominciò a bombardare anche il Nord, per colpire le linee di rifornimento della guerriglia.
Numerose furono le iniziative volte a ricercare una soluzione negoziata del conflitto, che oltre tutto era una minaccia alla pace mondiale; ampio il fronte che, negli USA e nei paesi occidentali, protestava contro l’azione americana ed appoggiava il Fronte di Liberazione Nazionale, costituito da un ventaglio di forze che andava dai comunisti a circoli pacifisti cattolici e buddisti. In questo clima si inserì l’iniziativa di La Pira nel 1965.
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