Non posso tacere (25/12/1953)

La Pira si sente implicitamente accusato per la sua azione politica nella vertenza Pignone da alcuni passaggi del messaggio natalizio di Pio XII in cui si faceva accenno a “quasi banditori carismatici”. Ovviamente questa frase era stata interpretata come una sconfessione del sindaco e un severo richiamo a una politica decisamente anticomunista senza indulgenze a iniziative sociali.
La risposta di La Pira è accorata ma ferma:
[…] come posso stare a capo di una città ove viene abbattuto – si tentò almeno di abbattere – l’intiero sistema industriale (le 3 fondamentali industrie cittadine)? La marea dei licenziati e delle rispettive famiglie viene da me, a Palazzo Vecchio; da me Sindaco di parte governativa; sindaco democristiano, credono; viene da me e mi chiede lavoro e assistenza! Ed io che potrei fare? Cosa dire? “Congiuntura economica”? Beatissimo Padre, quanta dolorosa menzogna sotto queste parole raffinate! “Ridimensionamento”! Io che conosco le reali possibilità di lavoro delle aziende: che conosco il tessuto di immoralità e di nequizia che si nasconde spesso sotto queste parole che sembrano così pudiche: sepolcri imbiancati! […] Io non posso avallare, mai, l’iniquità: non conosco la tecnica del “complesso politico e diplomatico”: ho parlato chiaro ai fascisti; ho parlato chiaro, anzi più chiaro ancora, ai comunisti; parlo chiaro anche ai proprietari che non sono consapevoli delle gravi responsabilità connesse coi talenti che Dio loro affida. Non posso assistere impotente alle ingiustizie che si commettono sotto l’apparenza della legge.

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