Lettera allo zio (1957)

Festa di Cristo Re 1957

Carissimo zio,

veramente non sapevo della vostra seria indisposizione: solo ora, attraverso la scrittura poco chiara di M. Cristina, ho potuto capire che siete stato davvero poco bene: me ne dispiace e ringrazio, comunque, il Signore, che vi ha ridato salute e forze.
Ed ora, tuttavia, permettete che con filiale, affettuosa, cristiana franchezza io vi dica alcune cose che sono essenziali, perché costituiscono il sigillo e l’autenticazione della vita: in questo periodo di riposo in cui siete voi avete certamente la possibilità, il desiderio, direi l’intima necessità di dare uno sguardo di insieme alla vostra vita, come si è venuta tessendo, con un mistero di Provvidenza ed una energia di volontà che hanno scritto, insieme, tanti capitoli di una storia unica!
Se ci riflettete, dall’alba della vostra giovinezza ad oggi: quante cose e quali! Quanti incontri e quali! Quanti eventi e quali! Quanta storia misteriosa vi è passata accanto, ha avuto nell’azione vostra (da Dio provocata) la sua causa più prossima.
Comincio dalla zia: la sogno tanto spesso e con tanto affetto; mi è sempre vicina (anche voi, da qualche tempo, sogno con frequenza!). Ebbene: ecco una storia di un’anima sigillata dalla grazia di Cristo: una storia di tanta fatica, di tanto amore, di tanto dolore: ma, alfine, fiorita come una rosa nei misteri della grazia e dell’Eucarestia. È un fatto, chiaro, inequivocabile: la vita della zia si è chiusa alla terra (già da tanti anni, preparata) nel nome e con la grazia di Gesù e si è aperta, con questo nome benedetto e con questa grazia santificante, alla luce beatificante del cielo.
È questo, un fatto di immensa portata, per tutti noi e per voi specialmente: un fatto sacro col quale il Signore ha voluto, specialmente, parlare a voi; operare per voi. Perché nulla è casuale: questi grandi e misteriosi fatti dell’anima umana Dio li suscita per infondere la Sua vita divina nelle creature che Egli a sé destina. Egli non può avere operato per la zia un mistero così grande di grazia e di luce senza avere per scopo anche un mistero simile, un sigillo identico, una autenticazione identica per voi: la cosa non è dubbia: è così! Perché la zia e voi eravate e siete una realtà sola: il mistero divino – cioè eterno, soprannaturale – dell’una non poteva e non può non avere rapporto essenziale col mistero divino dell’altro!
Ecco il primo punto, il fondamentale, quello che induce a meditare molto profondamente sulla volontà del Signore nei vostri confronti: sulla certa vocazione che Egli fa per voi! Perché sono cose immense, problemi divini; toccano il nostro destino la bellezza, la pace, il valore, la luce della nostra vita insieme terrestre e celeste.
Ma non basta: quante altre cose ancora! Pensate alla fioritura cristiana di Adele e della famiglia di Adele: un giardino di grazia: Dio lo ha davvero sigillato con la Sua benedizione e con la Sua grazia. Ancora qui la domanda: come mai questa fioritura sacramentale che vi è fiorita accanto?
Ancora: la vocazione religiosa delle mie nipotine Angelino: altri “passaggi” evidenti della grazia di Gesù.
E potrei continuare in tante citazioni: sempre la stessa constatazione: attorno a voi, vicino a voi, questa impreveduta ed imprevedibile irruzione della grazia del Signore, della Chiesa del Signore: la Chiesa, che altro non è se non il mistero stesso della grazia di Cristo – Cristo stesso! – partecipato ai fedeli attraverso il “canale” misterioso e divino dei sacramenti di Cristo: sacramenti che si aprono col battesimo e che centrano tutti sull’Eucarestia!
Ed a proposito di battesimo, cioè della porta di ingresso sacramentale nella cittadella del Signore, veniamo ad una domanda che è certo “sconcertante”: ma, infine, è vero o non è vero che il mio ingresso nella cittadella del Signore (il mio battesimo) ha avuto voi come “padrino”, come testimone e garante insieme? Ora un battesimo non è un “rito” per bambini, una piccola festicciola per famiglie: è un mistero divino che imprime nell’anima un sigillo di fuoco, per sempre, un “carattere” divino nel battezzato: ne fa, per sempre, un membro del Corpo mistico di Cristo: lo introduce, già sulla terra, nella città di Dio.
Atto di estrema importanza, di definitivo valore, per la storia reale, drammatica, temporale ed eterna, di ciascuno di noi.
Ebbene, eccomi qui: cinquantatré anni dopo: nonostante la nullità delle mie forze e nonostante la drammaticità di mille resistenze, e nonostante le mie ferite, eccomi qui, cinquantatré anni dopo, con la grazia di Gesù e per la grazia di Gesù e pel dolce aiuto di Maria, a rendervi conto della garanzia da voi assunta!
La fede? L’ho serbata, per dono esclusivo di Dio: eccola viva, fiammeggiante, operosa: messa come lievito in tutto il tessuto della mia meditazione e della mia azione e diventata – come Gesù comanda – sale della terra! Un lievito che ha fermentazioni ovunque, in tutto lo spazio dei continenti! Nonostante colpe, disdette, stanchezze, resistenze, tentazioni ecc. eccola questa fede luminosa come il sole irradiarsi in tutte le direzioni del mondo: è la mia sola ricchezza, la mia sola forza, il mio solo valore, la mia sola perla: ma quale ricchezza, quale forza, quale valore, quale perla! Il Signore – è la sola grazia che chiedo! – me la conservi sempre, sino alla fine!
Vanto orgoglioso? No: reale dichiarazione di umiltà e di nullità da parte della natura (… servi inutili!): ma anche reale testimonianza della grandezza e della gratuità del dono del Signore:            S. Paolo diceva: posso tutto in Colui che mi conforta. Ebbene, io vi domando: come potete voi non tener conto della relazione misteriosa ma effettiva che passa fra la fede di cui il Signore mi ha fatto ricco (in modo affatto imprevedibile ed impreveduto: basta che voi ricordiate gli anni lontani della nostra “comunione” di lavoro e le vostre immense meraviglie e sofferenze quando vi accorgeste che una fede misteriosa nasceva in me!) e la “garanzia” da voi sottoscritta all’atto del mio battesimo?
Voi siete un uomo di riflessione seria: non potete non dire, nel fondo del cuore, che qui siamo davvero in presenza di una chiara indicazione del Signore!
Eventi come questi, connessioni vaste e profonde come queste, non nascono dal caso: sono il tessuto misterioso con cui la grazia di Cristo tesse a larghe maglie ed a largo termine la vita di ciascuno di noi: la vita, epperciò il destino terreno ed eterno di ciascuno di noi!
Ed infine, in tutto questo, c’entra il dolce sigillo di Maria, cui voi avete serbato sempre un filiale affetto: … “chi vuol grazia ed a te non ricorre, sua disianza vuol volar senz’ali”!
Caro zio, vi prego di vedere la vostra vita da questo angolo visuale: di vedere così la ragione stessa per la quale mi chiamaste, ragazzo di dieci anni, a Messina (permettendomi così di inserirmi, studiando, nel corpo sociale e nel drammatico corso della storia del mondo!): di guardare da questo punto di vista la storia intiera della vostra attività insonne; del bene da voi fatto in tante direzioni e per tanti lunghi anni; della disinteressata generosità che ha contrassegnato la vostra vita intera.
Tutto ciò non è a caso: ha uno scopo preciso: la festa della vostra anima illustrata dalla dolce e divina luce che reca con sé l’Eucarestia: cioè Cristo stesso, pane dell’anima!
Il tempo del vostro “formale” reingresso nella Chiesa del Signore, nel corpo di Cristo cui appartenete pel battesimo che vi ha conferito, è venuto: reingresso di gioia, carico di tante testimonianze, avallato da tanti frutti: è il Signore che vi chiama, con tutte queste “voci” che da ogni parte a voi si dirigono, ad entrare, felice, nella Sua cittadella: città di grazia, di pace, di amore, di speranza: prefigurazione ed anticipo della città eterna.
Ecco cosa volevo dirvi, da qualche tempo, con cristiana chiarezza e con filiale affetto: il tempo è venuto per cantare nel fondo del cuore la gioia che la grazia di Cristo vuole donarvi: per cogliere un frutto maturo di grazia e di pace.
Questa lettera non esige risposta: si tratta di cose estremamente serie alle quali non si risponde per lettera!
Essa richiede orazione, meditazione, attesa, speranza, tempo: null’altro. Ed è quello solo che vi chiedo: orazione, meditazione, attesa, speranza, tempo.
Che la dolcissima Madre Maria vi ispiri: e vi ispiri, dal Cielo, la zia: essa prega per voi come prega per noi tutti.
Vi abbraccio filialmente

Giorgio

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