Subito dopo la vittoria democristiana del 18 aprile 1948 il gruppo dossettiano dei “professorini” si impegnò a fondo per cercare di trasformare il fronte anticomunista in un progetto di trasformazione sociale (ma anche economica e politica). La rivista “Cronache Sociali” fu lo strumento editoriale della loro battaglia. Nel primo numero della nuova serie (la rivista, fondata nel 1947, ebbe vita fino al 1951) La Pira pubblica nel 1950 un saggio dal titolo “L’attesa della povera gente”.
A partire dalle premesse dell’etica cristiana ( […] Il documento inequivocabile della presenza di Cristo in un’anima ed in una società è stato definito da Cristo medesimo: esso è costituito dalla intima ed efficace “propensione” di quell’anima e di quella società verso le creature bisognose!), La Pira compie una analisi della situazione economica italiana del dopoguerra iniziando dal problema della disoccupazione (La disoccupazione è un consumo senza corrispettivo di produzione e perciò uno sperpero di forze produttive […]) e concludendo con concrete indicazioni – vere e proprie sfide – per la politica economica e sociale del governo. Il saggio provoca violente polemiche all’interno della DC e dei suoi alleati di governo. La Pira ritorna dunque sull’argomento con un ulteriore saggio (sempre pubblicato su “Cronache Sociali”) dal titolo “La difesa della povera gente” con toni anche più decisi ( […] È inutile argomentare, distinguere, mostrare che una parte del sistema è sano e rigoglioso, e che la lira è salda e così via: il sistema economico e finanziario è indivisibile, la diagnosi è quella che è ed il giudizio intorno al suo prolungarsi non può essere che questo: non può e non deve durare più oltre […] ).
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• La difesa della povera gente
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