[…] questa II sessione del Concilio trova radicalmente mutata, in certo senso, la storia della Chiesa e delle nazioni! L’unità (iniziale) della Chiesa, la pace (iniziale) delle nazioni, la illuminazione (iniziale) dei popoli hanno già, in certo modo (in modo iniziale), attraversato le porte ad esse arditamente aperte da Giovanni XXIII: spes contra spem!
[…] Si tratta ora – per tutti – di prendere responsabilmente e profondamente coscienza di questi fatti; di precisare e quasi misurare i termini del grande dialogo che Cristo – attraverso la Chiesa ed il Concilio – ha intrapreso a fare, oggi, non solo con tutta la cristianità (l’unità della Chiesa), e con tutti i figli di Abramo (Israele, Ismaele), ma con tutto quanto il genere umano e con tutto il mondo civile odierno (a tutti i livelli).
[…] Quando diciamo queste cose non vogliamo nasconderci i lati di ombra (tanto seria!) che presenta ancora la realtà storica del mondo! […] Ma la questione non sta qui: sta nel riconoscere che, malgrado ciò – anzi, forse a causa di ciò – il Signore ha voluto donare alla Chiesa ed ai popoli il dono di un’epoca storica nuova, nella quale la pace, l’unità e la luce sono destinate – malgrado tutto – a fiorire! I popoli si volgono gradatamente; lentamente, ma irresistibilmente verso questi doni che il Signore vuol fare e fa effettivamente ad essi!
Ed il Concilio ecumenico – iniziato da Giovanni XXIII e proseguito da Paolo VI – è appunto il segno rivelatore e lo strumento esecutore (in certo senso) di questa volontà del Padre che è nei cieli. Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra!
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