Nel 1923 La Pira ha 19 anni ed ha come Direttore Spirituale Monsignor Mariano Rampolla del Tindaro (fratello di quel professore di lettere all’Istituto Tecnico che lo aveva convinto a prendere la Maturità classica e ad iscriversi all’Università). In questa lettera, La Pira rivela tutta la forza della sua fede, la sua indole mistica che resterà poi sempre alla base anche degli impegni più coinvolgenti della vita attiva.
[…] La Messa cui partecipo in queste Dominicae mi dà i capogiri: mi fa nascere il bisogno di uno zelo più arduo, di una memoria più presta, di una operazione più eroica. Iddio sia Benedetto: poiché questi tormenti d’Amore, questa necessità di azione, questa ricerca di cooperare ai suoi misteri mi richiama alla Missione di Santità che rende l’uomo degno di tutte le luci e di tutta la Pace.
E più avanti scrive: sono troppo dominato da questo Spirito che è diffuso in ogni parte più oscura della mia vita: ho davanti agli occhi il Sacramento Esposto e ogni parola è come una lagrima: densa di tutto ciò che è più pieno nel mistero del nostro profondo e silenziosa come una meditazione di amore […] Io prego, prego, prego: non per me ché sarebbe preghiera miserabile e offensiva: prego o Signore per tutti gli uomini che non ti conoscono e, come me prima, non sanno ove sia il luogo della Tua Cena perpetua.
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