È stato detto che proprio dalla esperienza di Sindaco La Pira ha maturato e pienamente espresso il suo modo di interpretare l’impegno politico; da Sindaco egli ha visto i problemi legati alla pratica attuazione di quei principi che aveva elaborato e discusso nella sua esperienza di Costituente; nell’amministrazione della città ha portato l’esperienza che aveva maturato quando, da sottosegretario al ministero del Lavoro, aveva dovuto affrontare le vertenze sociali e sindacali; come responsabile della vita cittadina, ha svolto il suo compito con quella sensibilità verso le necessità dei più deboli e bisognosi che aveva affinato nella sua lunga pratica delle attività assistenziali.
La Pira, pur non essendo fiorentino, capì e interpretò l’identità e la storia di Firenze; e diede al ruolo del Sindaco quello del garante dei diritti cittadinanza: il diritto alla casa, il diritto al lavoro, il diritto alla pace e così via.
A differenza da quanto andò affermando per lungo tempo una larga parte della pubblicistica, La Pira è stato anche un accorto amministratore. Alcune delle realizzazioni delle Giunte da lui presiedute furono, oltre a quanto detto: la ricostruzione dei ponti sull’Arno, la Centrale del Latte, il nuovo teatro comunale e il rilancio del “Maggio”, il Piano Regolatore, la costruzione di 17 nuove scuole, cavalcavia e sottopassaggi, ecc.
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