Nel 1954 il Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa Paul Ruegger invitò La Pira a parlare, in quanto sindaco di Firenze, alla riunione del Comitato sulla protezione delle popolazioni civili in caso di guerra.
Questo invito dette a La Pira l’occasione di svolgere una riflessione sul diritto-dovere delle città a difendersi dalla minaccia della guerra, specie in un momento in cui la minaccia nucleare espone ogni città al pericolo della distruzione totale.
Da questa riflessione trasse origine la successiva iniziativa (1955) di convocare a Firenze i Sindaci delle Città capitali del mondo, per invitarli ad unirsi per affermare solennemente al cospetto della storia intiera il proprio indistruttibile diritto all’esistenza […]. Nessuno ha il diritto di distruggere le città!
Perciò tutte le iniziative che La Pira intraprese – negli anni successivi e fino al 1965 in favore del dialogo internazionale, del negoziato e della pace – non le svolse soltanto come personalità politica preoccupata della pericolosità del cosiddetto “equilibrio del terrore”, ma proprio in quanto Sindaco e in virtù delle responsabilità che gli derivavano da quella carica.
Come riconoscimento di questa carica innovativa che aveva portato nelle funzioni di Sindaco (anche nella pratica dei gemellaggi, sempre concepiti come patti a forte valenza politica), la Federazione Mondiale delle Città Unite lo volle Presidente a partire dal 1967. Il tema non è più soltanto quello del ripudio della guerra, ma quello del ruolo che le città unite possono svolgere per costruire la pace: (…unire le città per unire le nazioni … le nazioni passano, le città restano…).
Per le varie azioni intraprese sui vari scenari di crisi internazionale vedi la sezione la pace.
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