Il congresso di Leningrado ’70

Il Congresso di Leningrado della Federazione Mondiale delle Città Unite si svolge in una situazione assai diversa da quella in cui, tre anni prima, era stato conferito a La Pira il mandato presidenziale.
La Pira (che verrà eletto presidente per un ulteriore triennio) tiene una ampia relazione in cui passa in rassegna le varie situazioni di crisi nel mondo ma in cui sottolinea anche l’esistenza di segnali di convergenza.


(…) Tutte le iniziative che mirano a superare i blocchi e ad abbattere i muri che separano ancora i popoli e le nazioni ci interessano profondamente: tutte queste Conferenze convergenti e queste iniziative convergenti investono, infatti, in ultima analisi, il problema totale del mondo: quello, del disarmo, quello della guerra e della pace; quello, cioè, in definitiva, dell’essere e del non essere delle città, sole irrimediabili vittime, ormai, di una guerra nucleare ed anche non nucleare!

Ma come già dicemmo a Parigi ed abbiamo cercato di fare in questi anni, noi non ci limitiamo ad una presa di coscienza del contesto convergente del mondo: noi vogliamo operare per aiutare -attraverso l’azione coordinata delle città- questi strumenti di convergenza a raggiungere il loro fine di unificazione, pacificazione e liberazione del mondo.

In questo “contesto di convergenza” assumono un rilievo ancora più preciso, più marcato, i nostri motti: unire le città per unire le nazioni;far convergere le città per far convergere le nazioni; collegare con la cooperazione le nazioni del Nord e del Sud, dell’Est e dell’Ovest.

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