Identità della città

Nel 1954 La Pira inaugurava la città satellite dell’Isolotto, una importante risposta data dalla sua amministrazione al gravissimo problema abitativo (“non case ma città”, un esempio di buona edilizia residenziale pubblica). Nel consegnare le chiavi ai primi inquilini disse: “Amate questa città come parte integrante, per così dire, della vostra personalità . Voi siete piantati in essa e in essa saranno piantate le generazioni future che avranno in voi radice. È un patrimonio prezioso che voi siete tenuti a tramandare intatto, anzi migliorato ed accresciuto, alle generazioni che verranno”. “Ogni città – aggiunse – racchiude in sé una vocazione ed un mistero: ognuna è nel tempo una immagine lontana della città eterna. Amatela dunque come si ama la casa comune destinata a voi e ai vostri figli”.

La città è una casa comune – dice ancora La Pira – in cui tutti gli elementi che la compongono sono organicamente collegati; come l’officina è un elemento organico della città , così lo è la Cattedrale, la scuola, l’ospedale. Tutto fa parte di questa casa comune. Vi è dunque una pasta unica, un lievito unico, una responsabilità unica che è collegata ai comuni doveri”.

Il nostro compito di guide delle città è pensare, è essenzialmente quello di meditare: se non meditiamo siamo soltanto dei direttori generali”.

Sull’argomento si veda anche:

Discorso al Comitato Internazionale della Croce Rossa (Ginevra 1954)

Crisi e ruolo delle città (Venezia 1954)

Convegno dei sindaci delle capitali (1955)

Il mistero dei tetti di Firenze

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