Anche quando interveniva all’inaugurazione di una mostra di pittura, La Pira (che aveva moltissimi amici tra i pittori fiorentini) non diceva parole di circostanza o di cortesia.
C’è un breve testo, tratto da una registrazione amatoriale, che illustra quanto qui detto e che mostra anche quanto La Pira – non fiorentino – amasse Firenze e quanto la avesse capita “nella sua anima”:
Quale è il mistero dei tetti di Firenze? (…)
Provatevi a guardarli, meditando, da Piazzale Michelangelo e da S. Miniato: è vero o non che essi formano, attorno al duplice centro della Cupola di S. Maria del Fiore e della Torre di Palazzo Vecchio, un «tutto» armoniosamente unito, quasi un sistema di proporzioni geometriche ed architettoniche che esprimono, come il «sistema stellare», ordine, bellezza, preghiera, riposo e pace?
(…) «Gerusalemme, Gerusalemme,… quante volte ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali, e non hai voluto» (S. Matteo XXIII, 37).
La cupola di Brunelleschi e i tetti che, come sotto le ali ad essa si coordinano, ed in essa di uniscono! Gerusalemme non era forse la trascrizione architettonica «urbanistica» di questa unità divina?
E Firenze non è appunto -ancora più perfezionata e più armoniosamente costruita – lo specchio, in certo senso, di questo «archetipo divino»?
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