Così i sindacalisti del Pignone che nel 1953 ottennero l’appoggio di La Pira per la salvezza della massima industria fiorentina raccontano quei giorni di lotta:
“La Pira si rivelò per noi un punto d’appoggio insperato e prezioso, senza il quale la nostra mobilitazione rischiava di essere una protesta inutile. Il sindaco aveva capito che non si trattava solo di salvare alcuni posti di lavoro, ma di evitare l’ingiusta chiusura di un’azienda florida, che era uno dei motori trainanti dell’economia fiorentina, e che aveva le potenzialità per diventare un fiore all’occhiello per l’economia italiana: per questo si impegnò in una battaglia asprissima.
Non si trattava di un atto di carità ma di un piano industriale vero e proprio; un piano pensato, ragionato: La Pira passava ore, ogni giorno, con noi operai, e insieme abbiamo studiato a tavolino un modo per salvare l’azienda.
E Mattei rispose non solo con il cuore, ma con il buon senso e il fiuto per gli affari che lo contraddistingueva. Da quei giorni frenetici e concitati è nata la grande avventura industriale del Pignone, che si affermò subito a livello mondiale: ancora oggi l’azienda è uno dei gioielli dell’imprenditoria italiana che fa scuola in tutto il mondo”.