La Pira è tornato in Italia da meno di due settimane (siamo al 30 novembre 1965), reduce dal suo viaggio a Varsavia, Mosca, Pechino e Hanoi. Ha incontrato Ho Chi Minh e il Primo Ministro Pham Van Dong (11 novembre) e ne ha riportato una importante apertura per una soluzione politica della guerra del Viet Nam. Ne riferisce così al Papa:
[…] perché il negoziato cominci non si richiede preliminarmente (ecco la nuova e significativa novità) l’immediato ritiro delle truppe americane e straniere presenti nel territorio del Vietnam: purché l’impegno di ritirare le truppe (in conformità agli accordi ginevrini) sia assunto, ed il fuoco sia cessato e non vi sia, perciò, espansione di alcun tipo delle operazioni militari (altri sbarchi di truppe etc.); il negoziato può immediatamente cominciare, prima che il ritiro effettivo delle truppe abbia luogo.
[…] Per valutare il peso della novità emersa nei nostri colloqui di Hanoi, bisogna pensare che sino alla nostra visita ad Hanoi veniva sempre posta, come condizione per aprire il negoziato, la richiesta della partenza preliminare delle truppe americane e straniere da tutto il territorio del Vietnam (“sino a quando vi sarà un soldato americano non inizieremo alcun negoziato”). La novità della posizione vietnamita è già stata trasmessa a Washington tramite Fanfani, al momento Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU. La Pira sente però che le resistenze da parte dei “falchi” dell’amministrazione statunitense sono ancora forti e sollecita un intervento di mediazione da parte della Santa Sede. Per il testo completo della lettera clicca qui |