De Gasperi

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Alcide De Gasperi (1881-1954) fu tra i fondatori del Partito Popolare di cui divenne segretario (1924) succedendo a Sturzo. Arrestato dopo le leggi speciali del 1926 e lo scioglimento del Partito Popolare, riparò successivamente in Vaticano; fu protagonista nella riorganizzazione politica dei cattolici e nella fondazione (1942) della Democrazia Cristiana.

I primi due governi da lui presieduti furono governi di coalizione con i socialisti e i comunisti. Con il terzo (1947) , formato da democristiani, liberali e indipendenti, giunse alle elezioni del 18 aprile 1948 che assegnarono alla DC la maggioranza assoluta alla Camera.

Fino al 1953 guidò governi di coalizione (il quadripartito formato da DC, PSDI, PLI, PRI). All’interno della DC, mantenne gli equilibri tra i moderati e la componente più sensibile ai temi sociali. Nel 1948 si appoggia anche a quest’ultima, con Dossetti che ottiene la vicesegreteria del Partito mentre Fanfani e La Pira entrano a fare parte del governo; un’ulteriore tentativo del gruppo di ottenere maggior peso nelle scelte del governo viene però sconfitto (1951) e i tre “professorini” lasciano i rispettivi incarichi.

De Gasperi si batté con forza per l’adesione italiana al Patto Atlantico (1949) e per la creazione delle strutture di cooperazione nell’Europa Occidentale (CECA 1951).

Nel 1953, nell’intento di mantenere la continuità governativa e di garantire la stabilità, varò una legge elettorale maggioritaria (che le opposizioni chiamarono “legge truffa”) che avrebbe garantito i 2/3 dei seggi parlamentari alla coalizione che avesse ottenuto più del 50% dei voti. Il premio di maggioranza non scattò per poche decine di migliaia di voti; poco dopo De Gasperi si ritirò dalla politica attiva.

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