Alla fine del 1967 La Pira, accompagnato da Giorgio Giovannoni, compie un viaggio in Terra Santa e in Egitto (dove incontra successivamente Abba Eban e Nasser) ripetendo il viaggio di dieci anni prima. In un articolo La Pira spiega il significato del viaggio nel quadro della sua strategia del dialogo:
(…) abbiamo, cioè, oggi come ieri, cercato di costruire un ponte di preghiera e di riflessione storica e politica fra le rive avverse che separano ancor tanto gravemente i popoli fratelli (la famiglia di Abramo!) del Medio Oriente.
(…)Abbattere i muri e costruire i ponti…
(…)Il Mediterraneo, lungo le sponde del quale questi popoli abitano, non può tornare ad essere -è il suo destino!- un centro di attrazione e di gravitazione storica, spirituale e politica essenziale per la storia nuova del mondo? Perché non iniziare, proprio da qui, dalla Terra Santa, la nuova storia di pace, di unità e di civiltà dei popoli di tutta la terra? Perché non superare con un atto di fede -religioso e storico e, perciò, anche politico, in questa prospettiva mediterranea e mondiale- tutte le divisioni che ancora tanto gravemente rompono l’unità della famiglia di Abramo, per iniziare, proprio da qui, quell’inevitabile moto di pace destinato ad abbracciare tutti i popoli della terra e destinato ad edificare un’età qualitativamente nuova (salto qualitativo!) della storia del mondo?
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