Centralità di San Procolo

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San Procolo è alla base della decisione successiva del Professore di accettare la candidatura a Sindaco di Firenze. L’esperimento teorico e pratico di eleggere una città come Firenze a modello di una comunità di cittadini guidata dal Vangelo (manuale d’ingegneria salvifica) non sarebbe stato possibile senza il precedente fondamentale “gesto” della Messa di San Procolo. Rappresenta una solenne ed irrevocabile dichiarazione d’intenti, non ben compresa da molti contemporanei, perché non si confondesse l’assistenzialismo con la Carità reciproca e la costruzione di una Società di Fratelli con una coatta adunata di adoratori del Progresso.

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E anche quando l’esperimento della guida della città viene fatto fallire con algoritmi politici pretestuosi, l’avventura continua, con riferimento a San Procolo; tutte le domeniche il Professore svolge la sua catechesi laica e fa partire, con la preghiera eucaristica di questa “insignificante” comunità, l’azione profetica verso il mondo, verso i grandi della storia, nella certezza assoluta che il fallimento terreno è coniugato alla Salvezza e rappresenta il simbolo inequivocabile della Vittoria vera.

“Voi siete sempre un vincitore” gli disse un suo illustre amico ebreo dopo l’abbandono di Palazzo Vecchio e all’inizio del suo apparente tramonto politico. Questa Vittoria, che ha le sue radici nel sacrifico eucaristico, si rinnova tutte le domeniche nel rapporto di amore tra “i poveri” e “il Crocifisso Risorto” nella Chiesa della Badia; nell’attesa di ritornare alla sede originale di San Procolo.

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