Allo zio Luigi

ImageLo zio Luigi Occhipinti, che accolse il piccolo Giorgio a Messina e lo tenne con sé fino quasi al termine degli studi universitari, è considerato da La Pira come un suo secondo padre ( […] a voi particolarmente, caro zio, a cui mi legano vincoli di vero affetto filiale, io non posso cessare dall’augurarvi che ogni bene discenda nel vostro cuore: a sollievo dei vostri giorni ed a pegno di un avvenire sempre migliore […] ). Alla grande gratitudine si lega il cruccio perché lo zio mantiene un atteggiamento ostile alla Chiesa e anche a quelle che considera le “esagerazioni” della fede del nipote; il quale, da parte sua non cessa di spronarlo a modificare queste posizioni. […] Caro zio, vi prego di vedere la vostra vita da questo angolo visuale: di vedere così la ragione stessa per la quale mi chiamaste, ragazzo di dieci anni, a Messina (permettendomi così di inserirmi, studiando, nel corpo sociale e nel drammatico corso della storia del mondo!): di guardare da questo punto di vista la storia intiera della vostra attività insonne; del bene da voi fatto in tante direzioni e per tanti lunghi anni; della disinteressata generosità che ha contrassegnato la vostra vita intera. […] Il tempo del vostro «formale» reingresso nella Chiesa del Signore, nel corpo di Cristo cui appartenete pel battesimo che vi ha conferito, è venuto: reingresso di gioia, carico di tante testimonianze, avallato da tanti frutti: è il Signore che vi chiama, con tutte queste «voci» che da ogni parte a voi si dirigono, ad entrare, felice, nella Sua cittadella: città di grazia, di pace, di amore, di speranza: prefigurazione ed anticipo della città eterna.

Qui vengono riportate tre lettere (oltre quella che abbiamo chiamato “Il lavoro di rappresentante“):

•   Lettera del 1926

•   Lettera del 1928

•   Lettera del 1957


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