Siamo nei mesi cruciali della “guerra d’Algeria”. Da parte di molte forze conservatrici si preme perché il Vaticano esprima un forte incondizionato appoggio alla “Francia cristiana” nella sua lotta contro il Fronte di Liberazione Nazionale algerino. Ancora una volta la prospettiva di La Pira rovescia i termini della questione.
[…] Ci vuole altro, Beatissimo Padre, che il petrolio del Sahara – o dell’Irak o della Persia – per contrapporre salutarmente un ideale storico “di alto potenziale” alla fermentazione nazionale e religiosa che sta animando con ritmo ogni giorno più accelerato i popoli arabi ed i popoli tutti africani ed asiatici! Cosa mostra l’occidente (la Francia, l’Inghilterra, l’America) come stella luminosa capace di creare centri di attrazione atti a far convergere verso di sé i popoli nuovi e le nuove nazioni? Questo è il problema!
Quale “stella di Giacobbe” viene mostrata nello spazio c.d. libero del mondo? La stella della libertà? Beatissimo Padre, è una stella troppo sbiadita e troppo adulterata questa preziosissima stella che Dio ha creato perché si muovesse – però! – nell’orbita di Lui, che è orbita di giustizia e di bellezza; che è orbita di adorazione e di fraternità. Questo “ideale” della c.d. libertà economica e politica è un ideale che non ha più né attrattiva né bellezza né efficacia: è stato adulterato, nella sua stessa sostanza, da quella concezione “liberale” del mondo che è sorta in contrasto con quella cristiana e che sempre più è diventata materialista, oppressiva, atea.
[…] La Francia, se non vuole spegnersi come faro di civiltà cristiana, deve anzitutto regolare politicamente – e non poliziescamente – l’affare algerino: il popolo algerino vuole l’indipendenza: ne ha il diritto: non c’è petrolio che tenga davanti ad un problema che sta scuotendo il mondo intiero. […] Questo tempo nostro è singolare: presenta per la prima volta, in termini totalmente nuovi, il problema dei rapporti fra cristianità e Islam fra cristianità ed Israele; fra cristianità e tutto il mondo dei “gentili”.
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