Il cugino di Giorgio La Pira, Pierino, era figlio dello zio Luigi Occhipinti (morì nel 1960 a 48 anni). Legato a lui da affetto fraterno, La Pira non tralascia occasione per spronarlo ad una vita laboriosa, e soprattutto santa. Durante la Quaresima del 1930 gli scrive una lettera con parole accorate dalle quali trabocca tutto il suo amore per Dio:
[…] Pierino, sii puro, vinci la concupiscenza della carne pensando a Dio, agli Angeli, ai Santi; sii verace: perché la verità è la luce dell’intelligenza; sii buono: perché la bontà rende l’anima tua piena dei beni eterni; adempi il tuo dovere anche con sacrificio, perché la vita è per tutti missione e sacrificio; ama Dio, perché in quest’amore è la sorgente della forza interiore e della interiore purità; perché non amando Dio sarai come le bestie che non sanno né, quindi, possono volere Dio; ama Gesù Cristo, Figlio di Dio, morto per te, per liberarti dal peccato e rifarti puro come un angelo […] Fai come il figliol prodigo, ritorna alla dolce e casta casa del Padre. E il Signore ti perdonerà e ti ridarà pace, speranza e gioia, se, pentito e confessato, l’accoglierai ancora in te. Che ci rimetti? Perché rifiutare ancora questo invito? Perché stare con l’inferno nel cuore? Non è necessario che un solo atto: quell’atto di umiltà che ci piega pentiti ai piedi del Sacerdote di Cristo: e Cristo ci rialzerà, nel santissimo e consolantissimo abbraccio di pace.
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Due nipoti di La Pira, Maria Maddalena e Angela, entrambe figlie della sorella Peppina scelgono la vita consacrata e diventano suore prendendo il nome di Suor Chiara e Suor Lina. Riportiamo qui due lettere a loro indirizzate per esprimere tutto il suo affetto e per approfondire il senso della loro vocazione.
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