Beatissimo Padre,
ancora non Le ho scritto: ma non è meno vero che dal 21 giugno – giorno della festività del Sacro Cuore; festività anche di S. Luigi Gonzaga – la mia preghiera e la mia filiale affezione sono rivolte, quasi in ogni ora del giorno, verso Paolo VI, il nuovo Pastore della Chiesa e la nuova guida dei popoli!
E da quel giorno mi tornano nell’anima, più profondamente, le parole tanto significative: – …Rem tacitus considerabat!
Quale misterioso tessuto di eventi da quando quelle parole – a proposito di un certo atto che oggi (12 anni dopo!) appare come una semente seminata nel campo del mondo: – furono (proprio in Vaticano!) – da Lei pronunziate!
La storia è davvero un disegno geometrico: il Signore misteriosamente la tesse per la salvezza del mondo (Ecce Salvator Mundi!).
Beatissimo Padre, Le scrivo per questo: per accluderLe il discorso tenuto a P.Vecchio (il C.C. lo approvò unanime) e per chiarire un punto: quello dell’invito a Firenze (perché vengano a pregare presso la tomba del Patriarca Giuseppe che si trova in S.Maria Novella) “dei Patriarchi di Oriente e Occidente”.
Si tratta di una iniziativa che risale al 1960, da quando, personalmente, ne parlai a Costantinopoli al Patriarca Athenagora.Di questa iniziativa informai più volte, e lungamente, la Segreteria di Stato e lo stesso S.Padre. Durante la prima sessione del Concilio, l’idea maturò così: il Patriarca Maximos V (ed il Vescovo di Nazareth) progettò una visita a S. Maria Novella per una funzione religiosa in ricordo del Concilio di Firenze.
La mia posizione di Sindaco di Firenze mi permetteva di dire: I Patriarchi saranno ospiti di Firenze: l’incontro dei Patriarchi a Firenze sarà cosa estremamente gradita dal popolo fiorentino: sarà l’ospitalità, la preghiera e la speranza di Firenze un “servizio” che Firenze cristiana renderà al grande ideale cristiano e storico della unità della Chiesa e della pace ed unità del mondo!
Questa la “situazione”: perciò iniziativa da lungo tempo prevista: iniziativa fatta propria dal patriarca Maximos V: iniziativa pienamente conosciuta dalla S.Sede e dal S. Padre: iniziativa nella quale l’intervento del sindaco di Firenze era definito dalla ospitalità affettuosa e filiale di Firenze e del popolo fiorentino!
Altro non c’era.
Le inesattezze della stampa (alle quali, peraltro, non dava fondamento il testo del discorso) hanno provocato quel comunicato della Curia che – con sincerità di cuore devo dire – mi ha addolorato.
Pazienza: il Signore tiene più conto della “efficacia” della sofferenza che di quella dell’azione: si attrae soltanto dall’alto della Croce (…si exaltatus fiero, omnia traham ad me ipsum).
E tuttavia, Beatissimo Padre, il mio pensiero e la mia preghiera tornano ancora su questa iniziativa: a me pare – se non erro – che si tratta di cosa importante: che incida, diciamo così, sulle prospettive di sviluppo del Concilio: perché?
Ecco: – cosa è il Concilio presente? Certo, lo strumento più prezioso ed adeguato per realizzare (sia pure in prospettiva) il fatto fondamentale che definisce la nuova epoca storica della Chiesa e dei popoli: l’unità della Chiesa!
Questa epoca storica nuova, infatti, a me pare caratterizzata da due fatti che solidamente la determinano: l’unità della Chiesa e l’unità (e la pace) del mondo:…”unum sint ut cognoscat mundus”!
Pare proprio – riflettendo e pregando – che la Provvidenza stia costruendo una stagione storica nella quale germoglia (come a primavera) il grano divino della preghiera e del desiderio di Gesù: unum sint ut cognoscat mundus!
Orbene: il Concilio – nel suo finalismo ultimo; nell’ispirazione stessa di fondo avuta da Giovanni XXIII; – appare sempre più, sia pure prospettivamente, lo strumento che lo Spirito Santo ha suscitato nel nostro tempo, per avviare questo grande fatto dell’unità della Chiesa di Oriente e di Occidente! Quella unità alla quale – nel pensiero del Signore – si coordino, in certo modo, la pace del mondo, l’unità del mondo, la illuminazione del mondo!
La medesima situazione storica e politica del mondo sembra oggi provvidenzialmente – e quasi irresistibilmente – convergere verso questa unità della Chiesa di Oriente e di Occidente che costituì (e costituisce) il desiderio massimo del Signore!
Ed eccoci allora alle ragioni più profonde della iniziativa fiorentina: io mi sono detto: – supponiamo che vengano a Firenze (per un atto di comune venerazione) i Patriarchi cattolici ed ortodossi (quello di Costantinopoli, di Mosca e tutti gli altri): supponiamo che a questo “incontro” presso la tomba venerata del Patriarca Giuseppe (domanda: perché il Signore lo ha fatto morire a Firenze, proprio al termine del Concilio?) sia in qualche modo, diretto od indiretto, presente il S.Padre (il Patriarca di Occidente): questo fatto: questo semplice incontro di preghiera e di speranza, non costituirebbe esso solo – per il solo fatto che si verifichi – un segno evidente della unità che avanza, della unità che si avvicina?
E questo fatto non avrebbe una immensa ripercussione di bene nella storia dei popoli, in vista della loro definitiva pacificazione?
E se ciò è vero, non è allora davvero opportuno attuare una iniziativa di questo tipo che farà di nuovo esultare i Cieli e la terra (Ps. con cui comincia la bolla di unione del Concilio fiorentino)?
Ecco, Beatissimo Padre, i miei pensieri, le mie riflessioni (radicate nella preghiera: povera, è vero: ma tanto desiderosa di lodare e di servire il Signore!) su questa iniziativa: penso che, se attuata, essa sarà un ulteriore segno dei tempi: un segno rinnovato, e più visibile, di questi tempi del Signore, della preghiera “unitiva” del Signore: “ut unum sint” “et fiet unum ovile et unus Pastor”: sembra che tutta la storia contemporanea sia animata in modo quasi irresistibile da questo desiderio ardente del Cuore Adorabile del Redentore!
Queste cose, Beatissimo Padre, io le ho scritte anche al S.Padre Giovanni XXIII proprio in una delle mie ultime lettere a Lui inviate.
Beatissimo Padre, anche questa volta Lei potrà dirmi: Pater vero rem tacitus considerabat!
Però: il “piccolo incidente” fiorentino (il comunicato della Curia: un comunicato che ha avuto, purtroppo, riflessi politici noiosi – su di esso hanno speculato La Nazione e Il Secolo d’Italia; altri giornali di destra, come suppongo che possa avvenire, non lasceranno la cosa senza tornarci su!) mi impedisce ora qualunque iniziativa.
Quindi io sto fermo.
Tuttavia, ripeto, la cosa mi pare meritevole di riflessione: la peculiare situazione odierna di Firenze nel mondo (compresi “i paesi socialisti” e l’URSS) la rendono adatta, mi pare, a compiere questo servizio destinato ad issare al cospetto del mondo il vessillo della unità della Chiesa (di Oriente e di Occidente) e della pace delle nazioni.
Beatissimo Padre, Lei lo sa: nel fondo del nostro povero cuore c’è un solo desiderio; conoscere, amare, servire Cristo e, perciò, la Sua Chiesa e Pietro che ne è il Capo (ubi Petrus ibi Ecclesia): questo desiderio non può chiudersi in un solo atto interiore: non può non investire ogni cosa, ogni situazione!
Ed allora: – il Sindaco di Firenze (la città dell’unione, ove c’è la tomba del Patriarca Giuseppe: perché morto qui?) può non riflettere su questo possibile incontro dei Patriarchi (incontro che potrebbe diventare il punto di partenza di un movimento che può essere carico di valore per l’unità della Chiesa e del mondo)?
Ecco le mie riflessioni: se il Signore vorrà – e, quindi, se Pietro vorrà! – esse potranno diventare una ulteriore realtà storica della Chiesa di Firenze e della città di Firenze!
Grazie di tutto, Beatissimo padre: Vi sono filialmente vicino ogni giorno e, quasi, ogni ora del giorno: e pregate tanto, paternamente, la Madonnina (Regina di Firenze!) per Firenze e per me .
In X/to
La Pira
9 Luglio 1963