Beatissimo Padre,
permettete che io Vi mandi questi due discorsi fatti per U Thant: essi indicano ancora una volta quale è la “tesi fiorentina” circa la presente epoca storica del mondo!
Una tesi che ci permettemmo di esporre – sotto forma di “messaggio alle nazioni” – nell’annuale messaggio fiorentino di Epifania (ricorda? Questi messaggi sono radicati nel primo messaggio del 1952: quella radice porta un nome: Mons. Montini).
Ebbene, Beatissimo padre: noi a Firenze siamo profondamente persuasi – attraverso la preghiera, la meditazione e la sperimentazione: “provando e riprovando”! – che la Provvidenza del Signore ha fatto entrare davvero la storia della Chiesa e dei popoli in una “stagione di primavera” (Pio XII, Giovanni XXIII: Fatima) che prepara una stagione di estate storica quale mai il genere umano ha sperimentato (Pio XII): e siamo persuasi che il segno inequivocabile di questa stagione – ed insieme lo strumento costitutivo, in certo senso, di essa – è dato appunto dal Concilio Ecumenico, in quanto strumento dell’unità della Chiesa e della pacificazione, unificazione, ed illuminazione del mondo (…unum sint ut cognoscat mundus).
La preghiera del Signore (ut unum sint) seminata nella terra dei popoli “vuole realizzarsi”: la fase (storica) della sua trascrizione nella realtà storica dei popoli è venuta: il Signore vuole edificare nella pace e nella grazia – nella unità e nella bellezza! – i muri e la città di Gerusalemme (cioè il mondo intiero illuminato dalla Chiesa).
Ci illudiamo? Sogniamo?
Beatissimo Padre, parlano i fatti: questi fatti davvero imprevedibili e miracolosi del nostro tempo storico: i fatti e le persone delle nazioni (Kennedy, Krusciov; U Thant; aggiungo anche Fanfani ed altri).
E parlano anche questi piccoli ma qualificati fatti di Firenze: fatti che hanno risonanza singolare nel mondo (specie nei paesi del terzo mondo e nei paesi “socialisti”): fatti carichi di speranza, radicati nella preghiera (500 monasteri di clausura italiani e 2500 monasteri di clausura delle altre parti del mondo), e per la prima volta (1952) piantati da Mons. Montini, oggi Paolo VI.
Beatissimo Padre, sogniamo? Ci illudiamo? Facciamo opera di presuntuosi? Non so cosa rispondere, Beatissimo Padre: so solo che noi ci sentiamo radicalmente nulla (nihil! servi inutiles sumus); che il Signore può sul nulla operare come crede, fare quello che vuole; e so solo che le cose, che i fatti, da 10 anni, si svolgono come un teorema di geometria: e meditando su questi fatti e su questo loro geometrico svolgimento, noi restiamo carichi di stupore e ricchi di lode!
Signore benedetto e dolce Madre Maria, quale meraviglia!
E questa Firenze – città di Maria! – quale luce e quale attrazione a servizio della Chiesa (dedi te in lucem gentium) ed a servizio di tutte le genti!
Del resto, il Cardinal Montini, lo disse: – Firenze, è la tua ora! (1960).
Beatissimo Padre, ecco i pensieri di stamattina: sono sempre gli stessi. Ricorda quando La Pira veniva a visitare – quasi ogni mattina – Mons. Montini? Ascoltava la S. Messa e poi faceva colazione con lei? E si parlava: di che cosa? Della celeste Gerusalemme.
Ecco, siamo sempre in quell’orbita: solo che quella meditazione è scesa nella realtà storica, temporale: è diventata chiave di interpretazione della storia presente della Chiesa e del mondo: è diventata speranza e forza di unità e di pace per i popoli: spes contra spem!
Ed i fatti – dieci anni dopo: 1953-1963 – mostrano quella speranza in fioritura, quella unità in costruzione, quella bellezza in irradiazione!
Beatissimo Padre, Firenze è oggi un “capitale” a servizio della Chiesa: una forza cristiana attrattiva (sul terzo mondo e sui paesi !socialisti”) a servizio della Chiesa: ecco, io La offro a Lei: la prenda; la benedica; è un vero punto di forza e di grazia per i popoli!
E si tratta di una ricchezza che Lei ha creato quando la ha radicata nel suolo di Firenze (1952: e già 1951: Pater vero rem tacitus considerabat): che Lei ha benedetto ed irrigato quando ha mandato a Firenze i rappresentanti ufficiali della Sede Apostolica ai Convegni della Pace.
E’ un albero prezioso, questo: albero radicato nel suolo della Chiesa: albero di immensa civiltà cristiana ed umana!
Lo prenda: è Suo!
Beatissimo Padre, il signore ha tessuto Lui – attraverso le delicate mani di Maria! – questo tessuto di grazia e di speranza e di pace!
Lo prenda, è Suo: forse questo tessuto di grazia, di speranza, di bellezza, di preghiera, di pace, è destinato a coprire di altra gioia e di altra pace i popoli di tanta parte del mondo!
Tutto ciò non è a caso: non è opera di Tizio o di Caio (di La Pira!): è – mi pare – opera del Padre Celeste che ama le nazioni di tutta la terra e che vuole effondere su di esse un fiume di pace (Pio XII!) ed un fiume di giustizia, ed un fiume infinito di grazia!
Comunque, una cosa è certa: tutta questa germinazione ha una sola radice: e questa radice ha un piantatore ed un irrigatore: Montini, oggi Paolo VI.
Un caso? No, un disegno amorevole dello Spirito Santo che soffia sulla terra per aprirla alla fioritura, come a primavera!
Ecco, Beatissimo Padre, ciò che ho desiderato dirvi stamattina.
Mi sono svegliato presto: sono stato alle ore 6 alla SS.Annunziata per la S.Messa; sono tornato a casa; ho scritto il discorsino (il 2°) per U Thant; e poi ho scritto questa lettera: questa lettera che è una continuazione delle conversazioni di casa Montini, con Mons. Montini, dopo la S.Messa (durante la colazione): conversazione che avevano per oggetto, ieri, la Gerusalemme celeste e che hanno per oggetto, oggi, la trascrizione terrestre della Gerusalemme celeste!
Beatissimo Padre, perdonatemi e beneditemi.
In X/to:
La Pira
11/7/63
Vigilia di S.Giovanni Gualberto!
Accludo i tre discorsi per U Thant e “Il messaggio alle Nazioni” di Epifania.